La gita, dopo aver sfiorato la sorgente Dragonera, percorre un lungo tratto in faggeta e sui pascoli che precedono il Rifugio Balur e l’omonimo colle. Nonostante la quota non elevata è decisamente spettacolare il panorama dal Monte Testas, che spazia dal vicino Monte Bussaia, al Monviso, al Monte Rosa.
Un po’ di storia
La grotta da cui scaturisce la Sorgente Dragonera 10 è lunga 130 metri, e le prime esplorazioni risalgono al 1962. Tre speleosub, nel 1968, si immergono fino alla saletta a quota -15m, abbandonando però la corda di sicurezza che si era bloccata. Una nuvola di fango intorpidì le acque, azzerando di fatto la visibilità. Dei tre, solo quello rimasto un poco più indietro riuscì, abbastanza fortunosamente, a guadagnare l’uscita e a dare l’allarme. I due compagni sbagliarono invece il percorso di risalita, trovandosi in una pozza sifone di pochi metri. Era ormai sera, e i due decisero di fermarsi in attesa dei soccorsi. I quali, dopo tentativi infruttuosi, però desistettero. Dopo quasi 14 ore, con l’acqua tornata nuovamente limpida, i due speleosub intrappolati al freddo e affamati decisero di tentare il tutto per tutto e cercare la via per conto loro: muovendosi lentamente, per non sollevare fango, i due si imbatterono in una corda lasciata dai soccorritori e riuscirono a tornare alla luce del sole.
Dalla sorgente, un tempo solo nota come l’öy, sgorga acqua in notevole quantità e di ottima qualità: analisi, ormai del 2009, la classificano come “acqua oligominerale microbiologicamente pura, con discreta dotazione di calcio e magnesio, povera di sodio, con pochissimi nitrati.”